USA: DA GUANTANAMO A SPIE, OBAMA PRONTO A RAFFICA ORDINI
di Marco Bardazzi
WASHINGTON - Una raffica di firme per segnalare una svolta e denunciare quello che la nuova leadership politica di Washington giudica un abuso di potereesecutivo compiuto da George W.Bush negli ultimi anni. E' il gesto con cui Barack Obama intende aprire la propria presidenza, annunciando un pacchettodi ordini esecutivi che dichiarino chiusa l'era di Guantanamo, delle intercettazioni antiterrorismo e delle pratiche controverse di interrogatorio. L'exprofessore di diritto costituzionale Obama intende mandare soprattutto un messaggio all'America e al mondo: a suo avviso, Bush e il suo vice Dick Cheneydopo l'11 settembre 2001 hanno abusato dei loro poteri costituzionali ed è ora che gli eccessi della 'guerra al terrorismo' vengano neutralizzati. Perfarlo, indicano indiscrezioni che trapelano dallo staff di Obama, il nuovo presidente ricorrerà all'arma degli ordini esecutivi, la stessa usata da Bushper creare l'apparato anti terrorismo. Da mesi i suoi consiglieri legali studiano i provvedimenti dell'attuale amministrazione, per stabilire come e quandoannullarli. Nello stesso tempo la nuova squadra cerca di non legare troppo le mani al presidente: nello scenario post-11 settembre, probabilmente neppurela Casa Bianca di Obama rinuncerà a strumenti eccezionali per la lotta al terrorismo. La data di inizio della fine di Guantanamo dovrebbe essere il 21gennaio prossimo, il primo giorno pieno di lavoro di Obama nello Studio Ovale. Ma tra la firma sull'ordine di chiusura della prigione militare a Cuba,e il momento in cui le celle saranno davvero deserte, passerà molto tempo. Forse un anno, prevede sul New York Times Sarah Mendelson, autrice di un rapportosu come chiudere Guantanamo realizzato dal 'Center for strategic and international studies' (CSIS). Passare al setaccio uno per uno i casi dei 248 detenutiancora sull'isola, trovare paesi disponibili a ospitare quelli ritenuti non più pericolosi, trasferire il 'nucleo duro' di Al Qaida in una base militarenegli Usa e soprattutto inventare una nuova procedura per incriminarli e processarli, non sarà semplice. Neppure i democratici che controllano il Congressoda due anni, pur opponendosi all'esistenza di Guantanamo, sono riusciti a mettere a punto disegni di legge che indichino come processare di fronte a tribunaliordinari presunti terroristi catturati dai militari, dalla Cia e da servizi d'intelligence stranieri in modo poco ortodosso. O come far entrare nei processifonti di prova ottenute in prigioni segrete, talvolta ricorrendo a pratiche di interrogatorio come il 'waterboarding', da più parti ritenute forme di tortura.Il rebus giudiziario ha spinto lo stesso Obama a un passo di cautela, avvertendo in un'intervista che sarà "una sfida" chiudere Guantanamo nei primi 100giorni della presidenza: "E' più difficile di quanto molta gente pensi", ha affermato, aggiungendo che in ogni caso la prigione sarà comunque chiusa. Male aspettative create da Obama in campagna elettorale ora rischiano di creare scontento tra i sostenitori. Una coalizione di organizzazioni per i dirittiumani, nella quale spiccano Amnesty International, Human Rights Watch e il Center for Constitutional Rights, si sono date appuntamento domani a Washingtonper presentare a Obama una lista di decisioni da prendere nei primi 100 giorni "per mettere fine alla presidenza imperiale" di Bush. La nuova amministrazioneagirà in questa direzione con la firma di alcuni importanti ordini esecutivi, secondo quanto ha rivelato a The Politico il senatore democratico Russ Feingold,dopo colloqui con il team di Obama. Oltre a Guantanamo, saranno presi di mira il programma di intercettazioni segrete anti terrorismo, le pratiche di interrogatorioutilizzate negli ultimi anni, e iniziative come la 'rendition' di sospetti terroristi da parte di paesi stranieri. Obama ha già indicato chiaramente inche direzione vuol andare scegliendo una critica delle scelte di Bush, Dawn Johnsen, per dirigere l'Office of Legal Counsel, la sezione del ministero dellaGiustizia che sforna i pareri legali per le scelte della Casa Bianca. L'attesa per le decisioni di Obama è intanto forte anche nella stessa base di Guantanamo,dove c'é incertezza sui processi di fronte alle commissioni militari (l'iter dovrebbe riprendere il 26 gennaio), e dove una quarantina di detenuti stannoconducendo uno sciopero della fame di protesta per le loro condizioni. E il Pentagono nel frattempo ha lanciato un allarme: il numero degli ex detenutitornati a combattere dopo la scarcerazione da Guantanamo è cresciuto dal 7 all'11% del totale ed è ora di 61.
marco.bardazzi@ansa.it
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