Friday 16 January 2009

Obama scrive alle figlie: «Alla Casa Bianca per voi» - l'Unità.it

Obama scrive alle figlie: «Alla Casa Bianca per voi»di Marina Mastroluca
Una lettera a Sasha e Malia per spiegare in che razza di impresa si è infilato papà. E siccome quando si è presidenti degli Stati Uniti nulla è lasciatoal caso, il messaggio pubblico alle first babies è un discorso programmatico in versione mignon destinato un po’ a tutti: il succo delle aspirazioni diObama distillato sulla rivista Parade parla alle famiglie americane. «Ci sono cose che voglio per voi, un mondo senza limiti ai vostri sogni, che diventiatedonne impegnate e di cuore», scrive Obama alle figlie, spiegando che la ragione vera della sua candidatura sta proprio qui, in «quel che voglio per voie per ogni bambino d’America». Scuole che funzionino, un ambiente pulito, un mondo senza differenze di religione e di razza. Questo è Obama spiegato airagazzini. E a tutta l’America. Che «è grande non perché è perfetta, ma perché è capace di diventare migliore». Così, dice Barack, gli ha insegnato suamadre.
Una famiglia, una grande famiglia. Questa l’idea che traspare mentre si avvicina il grande giorno: l’America come un prolungamento delle mura di casa (bianca).Obama ha voluto un viaggio in treno da Philadelphia a Washington, un abbraccio ideale alla nazione che sta dando filo da torcere alla sicurezza - Baltimora,una delle due tappe previste, non sa dove mettere le 100.000 persone attese alla War Memorial Plaza, dove non c’è spazio che per 30.000.Tutti, o quasi, vogliono far parte della storia. Le cronache non trovano precedenti. La Casa Bianca ha accordato a Washington lo status di «area di emergenza»per l’Inauguration Day: un provvedimento che serve a riempire le casse vuote della capitale, stremata dai preparativi. Per far fronte al conto - 50 milioni- Bush è ricorso alla legge varata per Katrina. In fondo due milioni di persone attese in città sono un’emergenza quasi quanto un uragano. Anche il presidenteuscente Bush è contento del suo posto in prima fila su un evento storico, come l’arrivo di un afro-americano alla Casa Bianca. «Mi piace», ha detto diObama il presidente uscente, intervistato al Larry King show. Delle critiche del nuovo arrivato non si è fatto un cruccio, quando si devono prendere decisionidifficili - dice - è inevitabile incassarne. Dei sondaggi, confessa Bush, se ne è sempre infischiato: quando la sua popolarità era al 90% e anche adessoche è al 25-30%, a voler essere ottimisti.
Stride la faccia stonata di Bush, seduto accanto a sua moglie Laura nella biblioteca della Casa Bianca, a riflettere con la Cnn sui suoi otto anni sbagliati,mentre fuori Washington è un cantiere in fermento. Stridono anche le parole di Bush che difende la guerra in Iraq e persino Guantanamo, e su Bin Ladenripete un ritornello invecchiato insieme a lui: lo prenderemo, è «assolutamente certo, perché c’è tanta gente impegnata a cercarlo». Ma con candore, Bushconfessa di non sapere se mai si è arrivati vicini alla preda. Fuori da qualche parte, Bin Laden declama su Gaza.
È l’addio di un presidente che - questo dicono i blog stuzzicati dai media - a suo modo ha fatto la storia. Sotto il suo ritratto alla National PortraitGallery, il senatore Bernie Sanders ha fatto cancellare la didascalia che legava in un rapporto di causa-effetto l’11 settembre alle guerra all’Afghanistane soprattutto all’Iraq. Nella nuova oggi c’è scritto: «Il presidente Bush ha visto i suoi mandati caratterizzati da una serie di cataclismi: gli attacchidell’11/9, le guerre in Afghanistan e in Iraq, la devastazione dell’uragano Katrina e la crisi finanziaria durante i suoi ultimi mesi in carica». Mancanosolo le cavallette.15 gennaio 2009

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