Wednesday 14 January 2009

Crisi di Gaza: ecco la strategia di ओबामा Panorama

Martedì 13 Gennaio 20092 commenti12345 1 voto - Vota questo postCondividifine elenco
Barak e Hillary
Una promessa: affronterà la crisi di petto. Senza indugi. Considerandola alla stregua dell’altra grande emergenza, quella che rischia di affondare l’economiastatunitense. La guerra di Gaza sarà al top dell’agenda estera del presidente degli Usa Barack Obama. Da subito, dal giorno del suo insediamento, il 20gennaio, nella speranza che l’esercito israeliano e Hamas si fermino prima della cerimonia. Ma se anche ciò non avvenisse, se anche le armi tornasseroal silenzio, Obama sa che il suo intervento sarà indispensabile, nel tentativo di trovare una soluzione a lungo periodo per il Medioriente. “Sarò subitoimpegnato a superare l’impasse -ha detto il neo inquilino della Casa Bianca in una lunga intervista al talk show della rete televisiva Abc ‘This Week with George Stephanopoulos’ (ex portavocedi Bill Clinton alla Casa Bianca).
Obama ha spiegato che, subito dopo aver giurato sulla Bibbia e davanti al Presidente della Corte Suprema, convocherà il team che si occuperà del processodi pace tra palestinesi e israeliani. “E poi credo che manderà al più presto un inviato speciale nella zona per prendere contatti con gli attori presentisul palcoscenico mediorientale” - diceStephen Zunes,docente di relazioni internazionali all’Università di san Francisco.
Esperto e autore di diverse pubblicazioni sulla regione, Zunes spiega quali possono essere le mosse della nuova amministrazione. E afferma che, per primacosa, Obama cercherà di far comprendere alle parti in causa quali sono le sue intenzioni: “Punterà su di una soluzione pacifica e duratura del conflitto.Proverà a rassicurare i palestinesi sulla sua capacità di comprensione delle loro ragioni. Allo stesso tempo, vorrà rincuorare gli israeliani, mostrandodi capire le loro necessità di sicurezza e di difesa dagli attacchi di Hamas. Farà tutto questo, cercando di non compiere mosse azzardate, controproducenti:azioni che possano influenzare la campagna elettorale israeliana e che vadano - involontariamente — a danneggiare i partiti moderati, come Kadima o ilLabour, rispetto a quelli, come il Likud, meno inclini al dialogo con i palestinesi”. Per Barack Obama sarà, come lui stesso ha ammesso, “una grande sfida”.Secondo Stephen Zunes il nuovo presidente degli Usa dovrà dimostrare tutte le sue capacità di iniziativa politica, perché, afferma, la crisi di Gaza “hadato munizioni alle armi degli estremisti della regione, in particolare, ai fondamentalisti islamici”. Arrivare a un cessate il fuoco sarà una priorità.Renderlo stabile, un’esigenza, anche per gli interessi degli Stati Uniti in Medioriente.
E Barack dovrà raggiungere questo obiettivo, secondo Zunes, nonostante qualche membro del suo gabinetto potrebbe avere voglia di continuare a concederel’assegno in bianco che il presidente uscente George W. Bush ha dato al governo israeliano per le operazioni militari a Gaza. “Obama dovrà dire a Olmertche Israele rimane un grande alleato degli Stati Uniti ma che ora, è meglio, trovare altre soluzioni al conflitto”. Attraverso negoziati. Un dialogo cheWashington porterà avanti anche con Hamas. “Saranno contatti diretti, a livello di intelligence, o di diplomatici, ma molto riservati, non ufficiali -racconta Stephen Zunes. “Magari con l’aiuto dell’Egitto, ma ci saranno. Un cambiamento importante, visto che Bush si è sempre rifiutato di dialogare coni rappresentanti di una formazione politica inserita sulla lista nera delle organizzazioni terroristiche”. Parlare con Hamas sarà la diretta conseguenzadella volontà di Barack Obama di avere “un nuovo approccio” con l’Iran degli Ayatollah. Queste mosse, permetteranno al nuovo presidente di sbrigliare lamatassa mediorientale? “E’ una grande scommessa. Israeliani e palestinesi, a mio avviso, sono costretti a convivere - dice Stephen Zunes. “E per convincerli,gli Stati Uniti dovranno mostrare una grande capacità di leadership. Obama dovrà essere in grado di superare non solo la politica adottata da George W.Bush, ma anche quella di Bill Clinton. Dovrà, credo, forzare maggiormente la mano ai suoi interlocutori, adottando decisioni molto, molto coraggiose, main fondo, condivisibili, promettendo - per quanto è possibile - anche aiuti finanziari alle parti per invogliarli a scegliere la pace invece della guerra”.Nell’intervista alla Abc, Barack Obama è sembrato molto determinato, fiducioso, come è nelle caratteristiche del personaggio, di raggiungere — anche in

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