Friday, 23 January 2009

Hillary chiude l'era Rice “L'intelligenza al potere”   - LASTAMPA.it

23/1/2009 - DEBUTTO TRA GLI APPLAUSI DI MILLE FELUCHE PER IL NUOVO SEGRETARIO DI STATO
Hillary chiude l'era Rice“L'intelligenza al potere”
E Barack Obama alza il velo sulla sua "Road Map" per il Medio Oriente
Hillary Clinton sbarca al Dipartimento di Stato e annuncia una stagione di «diplomazia robusta» i cui primi segnali arrivano subito: Barack Obama svelal’approccio al Medio Oriente e Richard Holbrooke, inviato in Afghanistan-Pakistan, fa rotta su Kabul.Il nuovo Segretario di Stato arriva a Foggy Bottom poco dopo le 9, trova ad attenderla un migliaio di feluche che la acclamano, sale su un podio improvvisatoe apre la stagione del dopo-Condoleezza Rice: «Siamo una squadra, ogni idea verrà ascoltata e valutata, per usare il potere dell’intelligenza serve genteintelligente come voi, la nostra politica estera si basa sui tre pilastri di difesa, diplomazia e sviluppo, e gli ultimi due ci spettano, mettiamoci alavoro». Il messaggio alle feluche riguarda la fine dell’era Bush, durante la quale molti diplomatici si sono sentiti emarginati. E per testimoniare checon Hillary «The Building» - l’edificio, come i dipendenti chiamano il dicastero - punta a tornare alla guida della politica estera dopo cinque ore sipresenta nella Franklin Room con una raffica di iniziative. Due nomine: George Mitchell, artefice degli accordi di pace in Irlanda del Nord, è l’inviatoper il Medio Oriente e Richard Holbrooke, già uomo-Balcani dell’amministrazione Clinton, ha la stessa carica per l’Afghanistan-Pakistan. Si tratta di dueveterani di Foggy Bottom: entrambi in partenza per le rispettive regioni, identificate come i fronti prioritari di intervento.Ma l’invitato più importante nella Franklin Room è il presidente. A neanche 48 ore dall’insediamento Obama è nel «Building», assieme al vice Joe Biden,per testimoniare nei diplomatici la fiducia che Bush non aveva. Barack fa battute, rompe il ghiaccio, crea un’atmosfera da «Team America» - come lo chiamaHillary - e poi, cambiando tono, parla di politica estera in maniera concreta. Si parte dal Medio Oriente: «L’obiettivo è una pace durevole fra uno Statoebraico, Israele, e lo Stato di Palestina». Poi sull’alleanza con Israele: «L’America è impegnata a garantirne la sicurezza, Israele ha il diritto all’autodifesa,nessuna democrazia può accettare di essere colpita da missili». Quindi Hamas: «Deve rinunciare alla distruzione di Israele e riconoscere gli accordi dipace firmati dall’Anp». E sul ruolo degli Usa: «Ho parlato con Mubarak, noi ed altri Paesi ci impegneremo a impedire il traffico di armi verso Hamas».La soluzione del conflitto di Gaza è in tre mosse: «Hamas deve cessare gli attacchi, Israele ha ritirato le truppe, i civili aspettano gli aiuti». In fondoalla strada c’è l’intenzione di rafforzare la leadership di Abu Mazen, presidente palestinese non riconosciuto da Hamas: «I varchi di Gaza dovranno essereaperti da Israele in presenza di controlli internazionali e da parte dell’Anp». Infine i civili: «Sono profondamente turbato dalle sofferenze dei civilipalestinesi e israeliani, bisogna far arrivare subito aiuti a Gaza, proporremo una conferenza dei donatori». Non manca una richiesta specifica ai Paesiarabi: «Allacciare rapporti con Israele, applicare il piano di pace saudita e frenare l’estremismo».È la bozza dell’iniziativa di pace affidata a Mitchell che come primo obiettivo ha una riconciliazione palestinese che indebolisca Hamas e rafforzi AbuMazen, per poi arrivare all’accelerazione del negoziato con Israele. «È una strategia maturata nelle ultime settimane - spiega una feluca da Washington- quando la Rice informava Hillary di ogni dettaglio della crisi di Gaza». Sul fronte afghano-pakistano, Obama è altrettanto chiaro: «Kabul non garantiscemolti servizi ai cittadini e a cavallo della frontiera col Pakistan si annida chi pianifica ancora attacchi contro di noi, Al Qaeda deve sapere che noncederemo al terrorismo».Si chiude così una giornata di lavoro a ritmi forzati che ha anche visto Obama firmare tre ordini esecutivi su fine delle torture, chiusura di Guantanamoe richiesta di studiare una nuova formula dei processi per i terroristi detenuti.

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