Thursday, 22 January 2009

Hillary, addio alla forza bruta - LASTAMPA.it

Hillary, addio alla forza bruta - LASTAMPA.it14/01/2009
Tegola sul Segretario del Tesoro: non ha pagato i contributi alla donna delle pulizieFRANCESCO SEMPRININEW YORKHillary Clinton promette di usare lo «smart power», il potere intelligente, per rilanciare la leadership americana mentre sull’amministrazione Obama cadeuna nuova tegola: il ministro del Tesoro Timothy Geithner ammette di non aver pagato le tasse sulla donna di servizio immigrata. Il giorno più importantedi Hillary Clinton inizia di buon mattino con l’arrivo a Capitol Hill dove accompagnata dalla figlia Chelsea e da un manipolo di consiglieri fedelissimiè pronta a passare sotto la lente d’ingrandimento della commissione Esteri del Senato in vista della conferma alla guida del dipartimento di Stato. Completomarrone scuro, gioielli sobri e un filo di trucco, Hillary appare distesa al suo ingresso nella grande sala dove ad attenderla c’è l’ex collega newyorcheseCharles Schumer, compagno di tante battaglie tra gli scranni del Senato.
All’abbraccio affettuoso tra i due, segue la presentazione e quindi il discorso introduttivo della Clinton. «L’America da sola non può risolvere i problemipiù pressanti del mondo e il mondo, a sua volta, non può risolverli senza l’America», avverte l’ex First Lady aggiungendo «penso che gli Usa hanno lasciatoa desiderare ma sono sempre desiderati». «In ogni impresa la via giusta dei saggi è cercare prima di tutto la persuasione», dice Hillary prendendo in prestitoi versi del poeta latino Terenzio. Del resto secondo la Clinton la diplomazia non esclude «pressioni», se occorre, per difendere gli interessi degli StatiUniti. Ma il principio è chiaro: «dobbiamo costruire un mondo con più amici e alleati e meno avversari». La diplomazia sarà «l’avanguardia della politicaestera americana», ovvero la «superpotenza intelligente», che rilancerà il suo ruolo di leader come promesso da Obama. Lo «smart power» è in particolareriferito al Medio Oriente «che non si limita a Israele e Palestina, ma riguarda una realtà più ampia su cui molti presidenti, compreso mio marito, hannodedicato tempo ed energia, e anche per questo non possiamo permetterci di abbandonare il progetto di pace». Il principio guida è il «pragmatismo» diceHillary che ribadisce il sostegno suo e di Obama al diritto di difesa da parte di Israele ma si dice preoccupata per la situazione umanitaria in Palestina.
Hillary è a suo agio tra i vecchi colleghi e non cede alla provocazione del senatore repubblicano Richard Lugar, quando avverte che «governi stranieri potrebberovedere la Fondazione Clinton come un modo per ottenere favori». Per il suo carattere «unico» dice Lugar questa «complicazione» deve essere affrontata con«trasparenza». Ricorre all’esperienza per eludere il pressing di John Kerry, presidente della commissione, quando tenta di metterla alle strette sul dossiernucleare iraniano. «Il presidente eletto ha detto più volte che è inaccettabile, nessuna opzione sarà tolta dal tavolo», dice Hillary che rimane sul vagoanziché avventurarsi in risposte minate: «Stiamo studiando una gamma di opzioni. Non possiamo parlare nei dettagli di possibili azioni da intraprendere,ma la priorità per noi è usare sempre la diplomazia per un nuovo e diverso approccio anche nei confronti di Teheran».
Lo stesso approccio da «potenza intelligente» che sarà utilizzato con Pakistan e Afghanistan, mentre sull’Iraq, Hillary conferma la priorità di terminareil conflitto e, al di là delle divergenze temporali, ritirare le truppe facilitando il passaggio di poteri con Baghdad. Hillary era da poco uscita dalSenato quanto, il ministro del Tesoro in pectore, Timothy Geithner, ammetteva di fronte ad un gruppo di parlamentari di «non aver pagato tasse personali»relative ai «contributi da versare per la donna di servizio immigrata». Il portavoce di Obama, Robert Gibbs, si è affrettato a diffondere una nota parlandodi «evento non grave, ammesso dallo stesso ministro» ma l’episodio rischia di allungare i temi della ratifica di una nomina cruciale per i programmi economicidella nuova amministrazione.
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